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Ma qual'è la verità?

Pubblicato il 23/08/2013

“Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste nessuna autorità umana
e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dèi”<br>

Così Albert Eistein si esprime sulla presuntuosa posizione di chi, in forza delle proprie convinzioni cosiddette scientifiche, accademiche o spirituali, si erge a detentore unico della verità.
Proprio lui, uno dei massimi scienziati della storia, riconosce il limite proprio della scienza e di ogni altra disciplina del sapere umano.
E’ il primato del relativismo, rispetto ad una pervicace ed ottusa pretesa di assolutismo, che in realtà nasconde solo la paura di confrontarsi continuamente con il costante movimento evolutivo della vita e della coscienza.
D’altronde, ogni seria ricerca scientifica si muove attraverso la formulazioni di ipotesi teoriche, da sottoporre poi al vaglio della ricerca sperimentale, entro i limiti delle conoscenze e delle tecnologie del tempo. Al variare di conoscenze e tecnologie, varia la “verità” precedentemente raggiunta.
Se questo è vero nelle discipline scientifiche, cosa dire delle “discipline dell’anima” o della definizione dei cosiddetti “principi etici”?
Chi può vantare il dominio assoluto della verità, se non in forza di un atteggiamento interiore disposto alla verità di fede?<br>

Ma allora, cosa mai insegneremo nel corso del nuovo triennio (il sesto!) della nostra Scuola di Counseling ad indirizzo sistemico e transpersonale che sta per iniziare?
E cosa abbiamo insegnato alle persone che fin qui hanno frequentato e/o stanno frequentando la Scuola?
Date le premesse…non insegneremo certo verità assolute!
Diventare dei Counselor, infatti, a nostro avviso significa innanzitutto intraprendere un percorso di “conoscenza di sé” e quindi di conoscenza di un mondo unico, irripetibile, misterioso, meraviglioso: il nostro personale mondo interiore.
Un mondo che non può essere “scoperto” che da noi stessi, che non può esserci “rivelato”, e che diventa, giorno dopo giorno, la sorgente della nostra verità.
Solo in questo modo scopriremo, anzi, sperimenteremo realmente, che esiste una “verità unica” che riflette e contiene le infinite verità individuali.
Solo così il Counselor potrà apprendere l’arte dell’ascolto, che presuppone la rinuncia ad ogni schema rigido di lettura e giudizio della verità degli altri.
Ma questo è importante solo per chi vuole fare il Counselor?
O forse è importante per chiunque sia interessato a crescere?

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