Stampa Approfondimento
Risvegliarsi in cucina? Perche' no...

Pubblicato il 03/11/2015

Risvegliarsi in cucina? Perché no....
(Eveline Busetto)

È arrivato l'autunno. Chi conduce una vita di campagna avrà avuto modo di preparare le ultime marmellate, avrà messo sott'olio e sott'aceto le verdure estive e imbottigliato litri di salsa di pomodoro. Il colore dei barattoli nelle dispense ricorda quello dell'estate appena terminata e che verrà riscoperta ogni volta che si aprirà un vasetto, da cui uscirà anche il frinire delle cicale. L'autunno è il momento in cui si è obbligati a lasciar andare la vitalità del periodo appena trascorso e ci si guarda dentro, per vedere che cosa abbiamo conservato e cosa no.
Lasciar andare per poter accogliere, espansione e contrazione: il respiro regolare della nostra esistenza. Chi vive in campagna sa bene che funziona così, per gli altri c'è la messa in scena del mercato, in cui tutto è sempre disponibile. Per decenni ci è sembrato comodo, ne eravamo entusiasti, poi si è insinuato qualche dubbio, ora diventato consapevolezza: sappiamo che ci è stato tolto qualcosa.
Eppure, a ben guardare, privazione è anche ricchezza: è lì che troviamo la forza di fare scelte importanti. Così, questo momento storico di crisi ha messo a nudo i nostri limiti, le nostre paure, ma anche le nostre risorse. È come se un numero sempre crescente di persone si stesse stiracchiando dopo un lungo sonno: è ora di riprendere in mano le redini dell'esistenza umana, che va al passo con la natura. Ed essa è molto di più di quanto finora ha potuto studiare la scienza, o di quanto ipotizzano le religioni rivelate. Cominciamo a renderci conto che ognuno di noi è la natura stessa, e ciò significa che possiamo conoscerla e conoscerci senza intermediari. Non siamo diventati più bravi di chi ci ha preceduto, anzi: stiamo solo vivendo una sorta di periodo di riabilitazione in cui proviamo a rimetterci in piedi dopo un lungo sonno.
Non stiamo nemmeno inventando qualcosa di nuovo, qualcosa che non conoscessimo già da bambini o non sapessero bene le nostre nonne. Nulla che non sia stato già scritto dai mistici di ogni tradizione o dai filosofi antichi: sembravano così distanti dal nostro vivere fino a qualche tempo fa, mentre oggi risultano incredibilmente attuali. Questo risveglio abbraccia sempre più persone e coinvolge pure chi ha un approccio razionale alla vita. La fisica quantistica, ad esempio, sta avvicinando alla spiritualità persone che ne erano lontanissime.
Se, fino a una decina di anni fa, numerose idee legate alla crescita personale e alla conoscenza dello spirito umano erano argomenti da hippy nostalgici, oggi stanno entrando nella vita di chiunque sia un po' aperto o, forse, stanco di dormire e sognare ciò che hanno deciso per noi.
Abbiamo capito che l'unica cosa esistente è la coscienza, che tutto è coscienza ed essa è vibrazione. Quindi, noi stessi siamo coscienza e vibrazione: siamo pienamente padroni di costruire la scenografia che preferiamo per vivere al meglio il ruolo che abbiamo scelto di interpretare. Lo possiamo fare in ogni momento. Chi è più attento si sta accorgendo che tutto questo filosofeggiare è solo il modo che abbiamo per fuggire dal torpore in cui eravamo costretti. Ci serve solo nella misura in cui poi possiamo alzarci e vivere un nuovo giorno: abbiamo la dispensa piena di barattoli colorati in cui abbiamo imbottigliato il suono delle cicale, l'emozione di un nuovo amore, il caldo del sole e il vento sulla pelle nuda. Non è una metafora: nell'universo creato da noi, siamo solo noi a scegliere che cosa far vibrare!
Proviamo a fare un passo a metà tra il giocoso e il coraggioso, un passo allegro e un po' spensierato, lo stesso che muove Il Matto dei Tarocchi: scegliamo un territorio dove sperimentare un modo diverso di vivere e pensare alla nostra realtà. Scegliamo un ambito comune a tutti: la cucina. Perché, diciamoci la verità: tutto è più semplice di quel che sembra! E poi lasciamo entrare ricordi, musica, aneddoti di vita e riflessioni e vediamo se riusciamo a farli entrare nei nostri piatti. Siamo sempre più attenti all'alimentazione, quasi che questa possa ribellarsi contro di noi e diventare nociva. Ed effettivamente in alcuni casi succede, ma forse accade perché il cibo non nutre solo il corpo fisico... allora proviamo a capire che cosa sta cercando di comunicarci. Ognuno è libero di trovare le proprie risposte, ma penso che le domande da porci all'alba di questa nuova era non siano tanto quelle di tipo nutrizionale. È ora di spostarsi su un piano più alto e considerare come vengono prodotti i nostri alimenti, qual è l'energia con cui arrivano sulle nostre tavole. Ed ecco che si insinua una piccola idea un po' folle: cosa succede se, indipendentemente dalla storia di un certo alimento, provo ad aggiungerci una mia energia ad hoc? Come? Semplicemente con l'intenzione.
Possiamo farlo inventandoci un bel rituale, il rito è un altro aspetto che la nostra società ha impoverito, oppure abbracciando i nostri gesti con la presenza dell'anima. Questa ipotesi è più discreta, ma meno divertente; in entrambi i casi, però, non avremo bisogno di intermediari per un semplice motivo: è l'anima stessa che è in collegamento con il tutto ed è lì che crea. Perché? Per sperimentare cosa succede dentro e fuori. E qualcosa succederà, promesso.
La cucina è una concretizzazione perfetta e comune dell'idea di creazione ed è senza dubbio legato all'esistenza: banalmente tutti mangiamo. È così ovvio che fa sorridere, ma perché complicarsi la vita quando si può rimanere pragmatici? Il creare, sia esso artistico, intellettuale o artigianale, ha sempre avvicinato l'uomo al divino e ora siamo pronti a vivere la nostra natura divina senza rivestirla di esoterismo da baraccone.
Per scoprire che cos'è la realtà della coscienza, e che cosa vuol dire crearla, si possono scegliere diverse strade. Se tutto è uno possiamo raggiungere lo stesso obiettivo intraprendendo qualsiasi percorso, purché l'intenzione sia quella di riconoscere in noi la coscienza. Se impariamo le regole armoniche della nostra anima, allora potremo conoscere tutto perché, anche se non siamo più capaci di sentirla, la vita è una musica. Scoprire questo legame indivisibile tra ogni cosa ci aiuterà a far cadere tutti i confini: capiremo che sono illusori e riusciremo a guardare il mondo con occhi nuovi, più sereni, presenti, responsabili. Di poter creare il Paradiso, di sentirci nel pieno diritto autogestito di viverlo e di sperimentare come la responsabilità non sia per niente grigia. Il Paradiso non è altro che il regno dell'uomo planetario e lì saremo veramente uniti, ma realmente liberi.
La cucina è il terreno comune di cui tutti abbiamo esperienza, anche se soggettiva. Al di là dei gusti personali, del grado di romanticismo con cui si guarda alla vita, ognuno di noi sa o può immaginare, ad esempio, il sapore e il valore della marmellata fatta in casa. Il cibo e la cucina sono contestualmente anche l'abecedario di un linguaggio comune in cui ognuno può esprimersi come meglio crede. In cucina si evocano ricordi e suggestioni, se ne creano di nuovi, si intrecciano relazioni, si passa del tempo piacevole in compagnia dei propri pensieri, si piange, si ride e ci si guarda negli occhi. Certamente lo si deve fare nello spazio sacro di una cucina fuori dal tempo e solo lì ci si può accorgere di quanta sacralità può esserci in ogni gesto quotidiano, ma bisogna spegnere la televisione, il telefono e il computer. Tutti abbiamo a disposizione un'infinità di spazio sacro e ce ne siamo dimenticati, così come ci siamo dimenticati che il tempo è un'invenzione umana.
Gli ingredienti per creare in cucina sono innumerevoli e le combinazioni infinite, esattamente come accade per ogni ambito della vita. L'universo è un sistema frattale in cui ogni piccola parte rispecchia le caratteristiche dell'insieme e in cui gli accadimenti rispondono al ritmo del respiro: espansione e contrazione.
Quando la cornice, lo spazio sacro, è stato delineato, allora si può creare. Aprendoci alla sacralità, a quella che già abbiamo in dotazione, cominciano a succedere cose magiche. È come se potessimo ricominciare ad usare delle capacità che non sapevamo di avere e di cui non possediamo il libretto d'istruzioni. L'unica raccomandazione utile è quella di non aver paura e l'unica regola da seguire è che ciò che si desidera per se stessi lo si deve desiderare contemporaneamente per l'universo intero. Succede allora che ogni misticismo diventa ovvio e le sincronicità si moltiplicano. Succede di capire improvvisamente cose apparentemente lontane: scopriamo di poter conoscere anche senza un contatto diretto sul piano materiale, scopriamo che se riusciamo ad essere centrati, limpidi e puri nell'anima, possiamo ascoltare e ricreare l'armonia perduta. Ci sono mille modi per cominciare a sentire il potere che abbiamo: possiamo influire a livello sottile nel nostro spirito, che - in maniera più densa - è il corpo stesso. Ad esempio, possiamo iniziare assegnando un ruolo alle spezie. Queste sono ingredienti molto potenti perché si usano poco a poco e stanno lì in cucina ad ascoltare i nostri pensieri giorno dopo giorno. Hanno colori e profumi che evocano mondi lontani e stati d'animo diversi. Per caricarle di una certa intenzione, possiamo lasciarci guidare dal loro profumo, dal colore o anche dal nome che portano. Basta prendere in mano l'ingrediente e stare in ascolto per sentire quali idee emergono. Il nome, ad esempio, è una sequenza di suoni che stimolano suggestioni e pensieri, esattamente come se fossero formule magiche. Prendiamo la parola "peperoncino": ha un ritmo invitante! Provate a leggerla a voce alta: la prima sillaba si ripete, poi prende la rincorsa sulla lettera "n", sale fino alla "i" per scendere con gentilezza alla "o". L'immagine che viene in mente è quella di un danzatore che fa una piroetta. E allora, se abbiamo voglia di sentirci più leggiadri, nel cuore o nel corpo, possiamo fare nostra quella piroetta immaginandola e sentendola nelle nostre mani, nel nostro corpo mentre cuciniamo anche la ricetta più semplice. Una pasta aglio, olio e peperoncino non ci trasformerà in Nureyev o nella Fracci, ma qualcosa nello spirito si sarà avvicinato a ciò che muove quel tipo di energia, sia che essa agisca sul piano metaforico, che su quello reale.
Come si può ben capire, in questo contesto la cucina è solo un segnale luminoso che indica una possibile via, ma quale sarà la via lo possiamo scegliere ogni giorno. E la via, qualsiasi essa sia, vi porterà a prendere confidenza con ciò che è la nostra natura divina e planetaria. Non dovremo più delegare nulla alle realtà istituzionali: quando impariamo ad ascoltare lo spirito, ci accorgiamo che abbiamo sempre saputo tutto e che tutto è in nostro potere. Ognuno vive la propria storia in modo personale, ma qui si tratta di tornare ad essere originali, perché solo noi sappiamo quali emozioni e ricordi sono chiusi nei barattoli della nostra dispensa e quali desideriamo assaggiare in futuro.

Per Saperne di Più

Se sei interessato all'argomento, perchè non conoscerlo più da vicino? La nostra associazione organizza ogni anno un ciclo di conferenze a tema, gratuite e con cadenza mensile. Le stesse sono aperte a tutti (associati e non), non richiedono una preventiva iscrizione e non comportano nessun vincolo per chi decide di parteciparvi.

Elenco Appuntamenti